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Una legge regionale che traferisce, prima volta in Italia, la scienza sociale nell’amministrazione delle comunità, con l’istituzione della figura del sociologo di territorio che ha gli strumenti per cogliere i sintomi della patologie sociali fornendo al decisore pubblico gli strumenti per intervenire.

Di questo si è parlato nella sala Nassiriya del Consiglio regionale in un incontro per fare un primo punto sull’attuazione della legge regionale n.16/23. Hanno partecipato il consigliere regionale “padre” della Legge, Franco Picarone, presidente della Commissione Bilancio, il direttore generale delle politiche sociali della Regione Campania, Maria Somma, Luigi Credendino, direttore del consorzio Adastra, Nino Fimiani di Anci Campania e poi, in qualità di relatori, Annapaola Voto, direttore generale della Fondazione IFEL Campania, Angelo Adriano Zotti, sociologo e docente dell’Università Vanvitelli, Roberto De Vincenzo, coordinatore del gruppo di lavoro “sociologi del territorio”, Carmine De Blasio, presidente Adips Campania. Ha moderato l’incontro Domenico Condurro, presidente Ans Campania (l’associazione nazionale dei sociologi).

È stata il direttore di IFEL Campania a fornire innanzitutto un quadro del contesto sociale sul quale la legge è chiamata ad intervenire, sottolineando come sia necessario, perché la norma sia efficace ed efficiente, accompagnare le richieste che vengono dal territorio con un adeguato monitoraggio e con una valutazione dell’impatto dei risultati. “Per IFEL Campania questo è un nuovo tipo di assistenza tecnica, un’assistenza in situ. I sociologi che abbiamo selezionato sono presenti nei dieci ambiti territoriali di intervento finora individuati per la sperimentazione della legge. Il mondo degli invisibili – ha aggiunto – ha bisogno di analisi dettagliate sia dei cittadini da raggiungere sia dei bisogni su cui focalizzare gli interventi, sia dei servizi da erogare per costruire un sistema evolutivo che affronti le criticità”.

E sono stati poi gli interventi successivi specialistici che hanno offerto un’analisi sulla “cassetta degli attrezzi” per gli interventi concreti nei settori indicati dalla legge e riassunti in premessa proprio dal dg di IFEL Campania, dalle devianze minorili, alla dispersione scolastica, dalle violenze sulle donne agli affidi minorili.

Un mondo di portatori di bisogni che è stata la spinta – ha spiegato all’inizio dell’incontro Franco Picarone – che ha acceso il motore dell’intervento legislativo. Una legge, ha assicurato, che dopo questa prima fase di sperimentazione, sarà rafforzata anche dal punto di vista delle risorse. “Ma da subito – ha detto – vorrei sottolineare l’avanguardia di questa legge. Che si inserisce in un quadro di interventi per fronteggiare le emergenze sociali che annovera altre due leggi, quella del servizio dello psicologo di base che registra già migliaia di accessi nelle ASL della regione e quella dello psicologo scolastico. Fondamentale, per la sociologia del territorio, il raccordo dei diversi attori che si muovono nei piani di zona. Siamo pronti ad allargare le risorse oltre il 60% andando oltre i dieci ambiti che finora partecipano alla sperimentazione. Siamo un modello”. “Un modello – ha detto Maria Somma, dirigente delle Politiche sociali della Regione Campania – che può diventare nazionale”. “Non era un aspetto semplice, la scienza sociale nel governo del territorio, una materia poco trattata in Italia”, ha rimarcato Francesco D’Ippolito, direttore del dipartimento di Scienze politiche dell’Università Vanvitelli.

Sono state poi le testimonianze sul campo dei sociologi selezionati da IFEL Campania a dare forza al senso della legge che crea, come ha detto il direttore Voto, una sorta di Dicastero laico che si occupa degli ultimi, nel segno del messaggio e dell’impegno che oggi, nella complessità del nostro tempo, ha un grande testimone, Papa Bergoglio.