La Commissione ha proposto l’istituzione della prossima generazione di risorse proprie del bilancio dell’UE, presentando tre nuove fonti di entrate: la prima si basa sulle entrate provenienti dallo scambio di quote di emissioni (ETS), la seconda attinge alle risorse generate dal proposto meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell’UE, la terza è fondata sulla quota degli utili residui delle imprese multinazionali che sarà riassegnata agli Stati membri dell’UE secondo il recente accordo OCSE/G20 sulla ridistribuzione parziale dei diritti di imposizione (“primo pilastro”). Si prevede che queste nuove fonti di entrate, una volta giunte a regime negli anni 2026-2030, genereranno in media fino a 17 miliardi di € all’anno a favore del bilancio dell’UE.
Le nuove risorse proposte contribuiranno a permettere il rimborso degli importi raccolti dall’UE per finanziare la componente a fondo perduto di NextGenerationEU. Le nuove risorse proprie dovrebbero anche finanziare il Fondo sociale per il clima. Quest’ultimo è un elemento essenziale del nuovo sistema proposto per lo scambio di quote di emissioni, che riguarderà gli edifici e il trasporto su strada e contribuirà a garantire che nessuno sia lasciato indietro nella transizione verso un’economia decarbonizzata.
Johannes Hahn, Commissario per il Bilancio e l’amministrazione, ha dichiarato: “Con il pacchetto odierno poniamo le basi per il rimborso di NextGenerationEU e forniamo un sostegno fondamentale al pacchetto Pronti per il 55%, concretizzando il finanziamento del Fondo sociale per il clima. Grazie a questo insieme di nuove risorse possiamo garantire che la prossima generazione riceverà effettivamente i vantaggi di NextGenerationEU.”
La proposta odierna prende le mosse dall’impegno della Commissione nel quadro dell’accordo politico sul bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027 e sullo strumento per la ripresa NextGenerationEU. Una volta adottato, tale pacchetto potenzierà la riforma del sistema delle entrate, avviata nel 2020 con l’inclusione della risorsa propria basata sui rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati.
Lo scambio delle quote di emissione nell’UE
Il pacchetto di misure “pronti per il 55%” adottato nel luglio 2021 è finalizzato a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra nell’UE di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, in modo da mantenere il giusto ritmo per conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Il pacchetto comprende una revisione del sistema per lo scambio delle quote di emissioni. In futuro, lo scambio di quote di emissioni si applicherà anche al settore marittimo, aumenteranno le aste delle quote di emissioni per l’aviazione e sarà istituito un sistema nuovo che riguarderà gli edifici e il trasporto su strada.
Nel sistema di scambio per le quote di emissioni dell’UE attualmente in vigore, le entrate derivanti dalla vendita all’asta delle quote di emissioni sono trasferite per la maggior parte ai bilanci nazionali. La Commissione propone che in futuro una quota pari al 25% delle entrate provenienti dallo scambio di quote di emissioni sia versata al bilancio dell’UE. Una volta a regime, si stima che le entrate del bilancio dell’UE costituiranno circa 12 miliardi di € all’anno in media nel periodo 2026-2030 (9 miliardi di € in media nel periodo 2023-2030).
Oltre il rimborso per NextGenerationEU, tali nuove entrate potrebbero finanziare il Fondo sociale per il clima, presentato dalla Commissione nel luglio 2021. Il Fondo assicurerà una transizione socialmente equa e aiuterà le famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese vulnerabili a finanziare investimenti nell’efficienza energetica, in nuovi impianti di riscaldamento e raffreddamento e in una mobilità più pulita, erogando anche, qualora opportuno, forme di sostegno diretto temporaneo al reddito. La dotazione finanziaria complessiva del Fondo corrisponde in via di principio a circa il 25% delle entrate previste che saranno generate dal nuovo sistema per lo scambio di quote di emissioni prodotte da edifici e dal trasporto su strada.
Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere
La finalità del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, anch’esso proposto dalla Commissione nel luglio 2021, è ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio incentivando i produttori di paesi terzi a migliorare le caratteristiche ecologiche dei loro processi di produzione. Con tale meccanismo le importazioni saranno soggette al pagamento di un “prezzo” per il carbonio, corrispondente a quello che sarebbe stato dovuto se esse fossero state prodotte nell’UE. Il meccanismo si applicherà a settori selezionati in maniera mirata ed è pienamente coerente con le norme dell’OMC.
La Commissione propone di assegnare al bilancio dell’UE il 75% delle entrate generate da tale meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. Le entrate che andrebbero al bilancio dell’UE sono stimate a circa 1 miliardo di € all’anno in media nel periodo 2026-2030 (0,5 miliardi di € in media nel periodo 2023-2030). Non è previsto che il meccanismo generi entrate durante il periodo di transizione dal 2023 al 2025.
La riforma del quadro internazionale per la tassazione delle imprese
L’8 ottobre 2021 oltre 130 paesi membri dell’OCSE e del G20, pronunciandosi sul quadro inclusivo sull’erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili (BEPS), hanno concordato una riforma del regime fiscale internazionale, una soluzione a due pilastri per combattere l’elusione fiscale, finalizzata a garantire che gli utili siano soggetti a tassazione là dove avvengono le attività economiche e la creazione di valore. I paesi firmatari rappresentano oltre il 90% del PIL mondiale. Il primo pilastro di tale accordo ridistribuirà tra i paesi partecipanti nel mondo il diritto di tassare una quota dei cosiddetti utili residui delle più grandi imprese multinazionali a livello mondiale. Nella proposta della Commissione, la risorsa propria dovrebbe corrispondere al 15% della quota riassegnata agli Stati membri degli utili residui delle imprese che rientrano nel campo di applicazione.
La Commissione si è impegnata a proporre una direttiva nel 2022, quando saranno stati finalizzati tutti i particolari del quadro inclusivo dell’OCSE e del G20 sull’erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili in merito al primo pilastro, in modo da implementare il relativo accordo nel rispetto delle condizioni del mercato unico. Tale processo è complementare alla direttiva sul secondo pilastro, per la quale la Commissione ha adottato una proposta separata. In attesa della finalizzazione dell’accordo, le entrate destinabili al bilancio dell’UE potrebbero ammontare a un importo compreso orientativamente tra 2,5 e 4 miliardi di € all’anno.
Il processo legislativo
Affinché tali nuove risorse proprie possano confluire nel bilancio dell’UE è necessario che l’Unione modifichi due atti legislativi fondamentali.
In primo luogo, la Commissione propone di modificare la decisione sulle risorse proprie, al fine di aggiungere alle risorse esistenti le nuove risorse proposte.
In secondo luogo, la Commissione presenta anche una modifica mirata del regolamento attuale sul bilancio dell’UE a lungo termine per il periodo 2021-2027, noto come Quadro finanziario pluriennale (regolamento QFP). La modifica introduce nella legislazione la possibilità di avviare il rimborso dei prestiti assunti per NextGenerationEU già nel corso del QFP attuale. Essa propone al contempo di aumentare i pertinenti massimali di spesa del QFP per il periodo 2025-2027 per tenere conto delle spese aggiuntive connesse al Fondo sociale per il clima.
La decisione sulle risorse proprie deve essere approvata all’unanimità dal Consiglio previa consultazione del Parlamento europeo. La decisione può entrare in vigore solo previa approvazione di tutti gli Stati membri in conformità alle rispettive norme costituzionali. Il regolamento QFP deve essere adottato all’unanimità dal Consiglio dopo aver ottenuto l’approvazione del Parlamento europeo.
Fonte: Commissione UE