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di Annapaola Voto

Un progetto di teatro sociale per intervenire contro il bullismo e il cyberbullismo, affrontare la crisi educativa, offrire uno strumento di orientamento ai ragazzi della nostra regione nel vuoto del dialogo con gli altri. È stato messo in scena stamattina al teatro Nest di San Giovanni a Teduccio dove abbiamo assistito, con l’Assessore alla scuola, alle politiche sociali e alle politiche giovanili della Regione Campania, Lucia Fortini, al primo dei tre spettacoli allestiti grazie a “InNESTi di teatro”, il progetto di teatro forum per le scuole della Campania organizzato da “Nest Napoli Est teatro” e IFEL Campania.

I giovanissimi studenti delle scuole partecipanti, con la presenza di attori professionisti, si sono messi letteralmente “nei panni” delle vittime e dei bulli, un modo per provare a gestire emozioni e crisi, per immedesimarsi in chi subisce e chi è carnefice e per “allenarsi” a non essere indifferenti. Avviato già l’anno scorso, il progetto è riuscito, attraverso la particolare tecnica del teatro Forum, a coniugare l’espressione artistica con l’attività di partecipazione sociale, politica, che ogni individuo inserito in una comunità è portato a compiere, abbattendo così la cosiddetta “quarta parete” teatrale.

“Un’iniziativa alla quale ho partecipato, nella mia qualità di Direttore Generale di IFEL Campania, non solo nella convinzione che ogni sforzo deve essere messo in campo dai vari attori sociali e dalle varie istituzioni per affrontare i disagi enormi di una generazione che non si possono affrontare solo con i bonus psicologici, ma anche perché – in coerenza con la progettazione della Fondazione orientata alla formazione grazie alla programmazione europea 2021-2027 in corso che dedica uno degli assi strategici proprio a finalità di inclusione sociale – un obiettivo trasversale a tutti i progetti che si possono mettere in campo nell’ambito di questa programmazione, siano essi di natura economica, sportiva, culturale o educativa, per promuovere l’integrazione, l’inclusione, l’ascolto di coloro che vivono un disagio; proprio come i bulli, nella versione fisica e in quella più oscura digitale, che non riuscendo a reagire in altro modo all’assenza di relazioni, scaricano la frustrazione della loro solitudine attraverso azioni di violenza gratuita, che noi possiamo contrastare attraverso modelli ed esempi così bene interpretati in scena”.