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Un momento speciale di condivisione, confronto e celebrazione delle competenze femminili all’interno di IFEL Campania, e al tempo stesso un’occasione per riflettere insieme sul valore e le questioni ancora aperte della parità di genere e del superamento del cosiddetto “gender gap”.

È stata una giornata formativa viva, partecipata e ricca di spunti quella tenutasi presso il Teatro Sannazaro di Napoli, la Tua casa artistica, dal titolo: “Valore e Visione – Le donne di IFEL Campania tra esperienza, innovazione e benessere”, alla vigilia della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre). Presentato e coordinato dal direttore generale di IFEL Campania, Annapaola Voto, l’evento si è aperto con un interessante dibattito, al quale hanno partecipato Maria Rosaria Punzo, avvocato e docente con specifiche competenze nel settore dell’orientamento e della formazione professionale e neo-consigliere di amministrazione di IFEL Campania; Delfina Malandrino, professore associato di Informatica all’Università degli Studi di Salerno; Vincenza Capone, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università degli Studi di Napoli Federico II; e infine Monica Franco, commercialista, esperta di sistemi di Gestione Qualità, Ambiente, Sicurezza, Tracciabilità di filiera e valutatore dell’istituto di certificazione delle competenze e della formazione CEPAS.

La promozione di una cultura inclusiva, equa e sostenibile – ha spiegato il direttore di IFEL Campania, Annapaola Voto, nel ricordare il conseguimento, da parte della Fondazione, della certificazione UNI/PdR 125:2022 per le Politiche di parità di genere nelle organizzazioni – è un nostro impegno costante, e attento – attraverso azioni concrete – alla crescita professionale, al benessere organizzativo e al miglioramento del work-life balance”. “In Europa – ha detto ancora Voto, davanti a una numerosa platea di dipendenti e consulenti di IFEL Campania – solo circa un quinto dei professionisti ICT (Information and Communication Technology) sono donne. E tra gli indicatori di base delle competenze digitali la differenza con gli uomini permane, e anzi si accentua nelle fasce d’età più elevate. Il “gender digital divide” (la disparità di accesso e partecipazione tra uomini e donne nel mondo digitale) mostra che in Italia lo svantaggio femminile nelle competenze digitali è pari a circa 3,1 punti percentuali (a partire dai 45 anni in su), e che le donne sono solo circa il 15,7 % degli specialisti ICT in Italia, mentre solo il 16,8 % delle laureate lo sono in informatica/ICT. Occorre dunque offrire strumenti e competenze, non solo attraverso iniziative quali ad esempio la formazione sulle pari opportunità, ma anche appunto con azioni specifiche sul digitale, per evitare di lasciare le donne ai margini in questo settore così importante nel mondo di oggi. Non a caso, tra i principali fruitori del progetto di facilitazione digitale “Digit” che stiamo portando avanti con successo grazie ai fondi del PNRR, ci sono proprio le donne”.

Dopo un breve ma toccante e significativo intervento dell’attrice Lara Sansone, che ha recitato una parte di un celebre monologo di “Filumena Marturano”, tratto dall’omonima commedia di Eduardo De Filippo, è stata la volta di una serie di testimonianze di consulenti di IFEL Campania, che hanno spiegato il loro rapporto con il tema della parità di genere, le difficoltà che hanno dovuto spesso affrontare nella vita lavorativa, privata e di formazione e studio – dagli stereotipi e pregiudizi di genere alle problematiche relative alla conciliazione tra lavoro, studio e impegni privati, a partire dalla maternità – e hanno poi descritto la loro esperienza in IFEL Campania, sottolineandone in particolare le azioni e gli sforzi della fondazione nel perseguire il benessere aziendale e la tutela della parità di genere, e la crescita professionale e personale che hanno potuto acquisire.

La giornata si è conclusa infine con la lettura dei principali risultati di un questionario sottoposto a tutte le consulenti di IFEL Campania sul tema, composto da 19 domande, e che ha ricevuto ben 117 risposte, il 30 per cento delle quali da parte di lavoratrici appena entrate nella fondazione, ma evidentemente già in grado di descrivere compiutamente questa nuova – e, stando alla maggioranza delle risposte, già significativamente positiva e stimolante – esperienza professionale avviata.