Condividi

Nuove prospettive per la finanza locale dei comuni, regole e risorse nella legge di bilancio 2019“, è stato il tema al centro della 7^ conferenza sulla Finanza e l’Economia Locale organizzata il 29 novembre scorso a Roma da ANCI e IFEL. Un momento importante per fare il punto su tematiche economiche stringenti e che, con l’imminente approvazione della legge di bilancio, giunge puntuale per descrivere lo stato dell’arte della finanza locale ma anche per annunciare le prossime misure a sostegno degli enti territoriali. Un appuntamento, diviso in due parti, e con due macrotemi, al mattino “Stabilità ed Equità per l’autonomia locale“, “Liberare gli investimenti comunali” di pomeriggio, nel quale massimi esperti della gestione della cosa pubblica hanno dato un loro importante contributo.

Parlamentari, esponenti di Fondazione IFEL e ANCI nazionale, amministratori locali e tecnici, uniti nel dare una chiave di lettura importante all’Italia contemporanea ed alla situazione dei comuni in questo preciso istante.

La prima parte della giornata, è partita con il rilevante quesito posto dal Direttore della Fondazione IFEL Pierciro Galeone, sulla reale capacità dei comuni di lasciarsi alle spalle il periodo della crisi finanziaria. È proseguita poi con la tavola rotonda, moderata dal giornalista de “Il Sole 24 Ore” Gianni Trovati, cui hanno partecipato Matteo Luigi Bianchi (Sindaco di Morazzone e Vice Presidente ANCI), Mauro Guerra (Sindaco di Tremezzina e Presidente Commissione Finanza locale ANCI), Gianni Lemmetti (Assessore al Bilancio e al Coordinamento Strategico delle Partecipate di Roma Capitale), Roberto Tasca (Assessore al Bilancio e al Demanio di Milano) Maria Teresa Monteduro (Direttore della Direzione Studi e Ricerche economico fiscali Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze) che hanno portato il proprio contributo esperienziale di amministratori locali. Nel corso della mattinata Veronica Nicotra (Segretario Generale ANCI), Andrea Ferri (Responsabile Dipartimento Finanza Locale ANCI-IFEL) e Giancarlo Verde (Direttore centrale della Direzione della Finanza Locale del Ministero dell’Interno), nelle rispettive funzioni, hanno sviluppato l’argomento “stabilità ed equità per l’autonomia comunale” alla luce della legge di bilancio 2019.

Proprio in merito a quella che un tempo veniva definita “legge di stabilità” ognuno ha avanzato richieste, sollevato questioni o esposto fatti concreti che i comuni, quotidianamente, si trovano a dover affrontare. Cominciando da Andrea Ferri, che ha evidenziato la necessità per questi enti di vedersi finalmente liberi di poter investire e garantire servizi ai cittadini. Per farlo, sostiene Ferri, sarebbe opportuno sbloccare gli avanzi di bilancio degli enti territoriali che, ormai da otto-nove anni, presentano fenomeni di overshooting generalizzati, comunque rilevanti. Circa 1.200 comuni italiani hanno un avanzo di bilancio fino all’8%, 668 un debito piuttosto pronunciato (circa il 9% di disavanzo) con la restante parte degli enti capaci di affermarsi come virtuosi, con avanzi ancora più forti del predetto 8%. Soldi, questi, che negli anni sono serviti a ripianare i conti pubblici (con circa 14 miliardi di euro) e che, col combinato disposto di Imu e Tasi, non destinato interamente ai territori su cui venivano imposti (con ampi profili di incostituzionalità denunciati dalla Consulta), hanno consentito al nostro Paese di evitare deficit importanti passibili di procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. Ora, sempre stando a Ferri, proprio quei comuni che hanno contribuito in maniera determinante alla tenuta delle finanze nostrane, chiedono di poter usufruire dello sblocco degli avanzi accumulati negli anni del “Patto di Stabilità”, e confluiti anche nel Fondo Pluriennale Vincolato: la ripresa dei contributi statali garantirebbe, secondo stime IFEL, un surplus di capacità di spesa per investimenti pari a 13 miliardi di euro, esigibili in un arco di tempo pluriennale.

Veronica Nicotra, invece, alla luce delle proposte del governo in tema di bilancio, che non prevedrebbero risorse sufficienti per i comuni, ha rivendicato le autonomie degli enti locali garantiti dal titolo V della Costituzione con una decisa richiesta a Roma: circa 7/800 milioni di euro di fondi in più, anche in considerazione della manovra espansiva in discussione. Inoltre, ANCI, ha fatto sapere di voler dare battaglia nella conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali sul Fondo di Solidarietà e sulla percentuale di perequazione da mantenere, come nel 2018, a quota 45% (e non, come previsto, al 60%). A margine dell’intervento del Segretario Generale, poi, ha trovato spazio la relazione del Direttore centrale della Direzione della Finanza Locale del Ministero dell’Interno Giancarlo Verde che ha parlato dell’emorragia dei fondi locali provocata dalla scarsa lotta all’evasione fiscale per poi ricordare lo sforzo del governo in carica per rilanciare, snellire e sburocratizzare le amministrazioni locali mediante la revisione del Testo Unico per gli Enti Locali (TUEL), quasi ventennale.

La prima parte del convegno si è poi conclusa con le parole del Presidente IFEL e delegato dell’ANCI alla Finanza locale nonché Sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli che ha sottolineato che “I comuni hanno pagato un prezzo veramente molto alto, si potrebbe dire spropositato, sull’altare della crisi economica. Lo stato centrale ha chiesto sacrifici importanti che si sono manifestati in tagli ma anche in riforme che hanno imposto un rigore senza precedenti alla tenuta dei nostri bilanci. Da questo punto di vista ci rendiamo conto che questa cura ha prodotto degli effetti collaterali piuttosto invasivi tanto è vero che da due, tre anni, sono tornati i fondi per gli investimenti ma a causa dell’invecchiamento delle nostre strutture, a causa anche della complessità del codice degli appalti vediamo però che la spesa in conto capitale ancora non riparte. Non è un limite dei comuni ma è molto difficile che la macchina amministrativa ferma in garage per molti anni posso subito tornare a far sentire il proprio rumore”.

Nella seconda parte della giornata, si è dato ampio risalto al tema “Liberare gli investimenti comunali” con gli interventi di Walter Tortorella (Responsabile Dipartimento Studi Economia Territoriale IFEL), Francesco Monaco (Responsabile Dipartimento politiche di coesione e investimenti territoriali ANCI-IFEL), Stefania Dota (Vice Segretario Generale ANCI) ed il contributo del Professore di Finanza Aziendale Straordinaria dell’Università di Brescia Marco Nicolai oltre alle presenze di Edoardo Bianchi (Vice Presidente con delega alle Opere Pubbliche ANCE), Mario Occhiuto (Sindaco di Cosenza) e Massimo Sabatini (Direttore Politiche regionali e Coesione Territoriale di Confindustria).

La discussione pomeridiana, si è focalizzata su: politiche di coesione (che valgono il 5% della spesa pubblica totale italiana), lentezza della realizzazione delle opere infrastrutturali (4,4 anni di media) in Italia, nuove prospettive di programmazione dei fondi europei per il 2021-2027, necessità del rilancio degli investimenti pubblici (in caduta libera post crisi). Senza dimenticare la prospettiva del partenariato pubblico privato, il cosiddetto project financing che, dal 1999 ad oggi, si è evoluto fino a raggiungere un volume d’affari di 6 miliardi di euro all’anno con una commistione fra enti privati e statali che, al momento, rappresenta il presente ma soprattutto il futuro in tema di servizi al cittadino degli enti locali.

Infine, ci si è interrogati sull’efficacia, dubbia, del nuovo Codice degli Appalti sulle opere pubbliche comunali, sulla semplificazione in materia di appalti, discutendo la proposta, a firma del Vice Presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Alberto Luigi Gusmeroli, di unificazione, a parità di aliquota, di Imu e Tasi, e sulle riforme da apportare in tema di agevolazione delle decisioni degli amministratori locali. In primis, la rivisitazione del reato di abuso d’ufficio disciplinato dall’art. 323 del Codice Penale.

CONSULTA QUI I MATERIALI DELLA CONFERENZA