Cassa Depositi e Prestiti rafforza il suo impegno per far fronte all’emergenza economica causata dall’epidemia da Covid-19 con un pacchetto di misure straordinarie. In giornata, su richiesta di Anci e Upi, il Consiglio di amministrazione ha approvato una serie di interventi senza precedenti per aiutare gli enti territoriali italiani.
È in arrivo infatti la rinegoziazione dei mutui di tutti gli enti territoriali che si tradurrà nel far pagare alle prossime due scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre solo la quota di interessi. In sostanza, 7.200 enti potranno rinegoziare circa 135 mila prestiti per un debito residuo complessivo di 34 miliardi di euro. La misura consentirà di liberare risorse, nel 2020, fino a 1.4 miliardi di euro, che gli stessi enti potranno destinare ad interventi per far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Un’operazione che porterà a un doppio beneficio:
1) Una immediata disponibilità finanziaria (senza vincoli di destinazione, in base alle norme vigenti): per il 2020, 1.1 miliardi in più, a tanto, infatti, ammonta la riduzione della quota capitale dei Comuni, Province e Città metropolitane.
2) Una riduzione delle rate future, per l’allungamento della durata di molti dei mutui esistenti. A dichiararlo sono i presidenti dell’associazione dei Comuni, Antonio Decaro e dell’Unione delle Province, Michele de Pascale (qui la nota). “Già con la manovra del 2020 si era preso atto, finalmente, dell’esigenza di un intervento strutturale di alleggerimento del debito degli enti locali – continuano Decaro e de Pascale -. L’emergenza sanitaria, pur avendo inevitabilmente messo in stand by l’attuazione di quella ristrutturazione del debito tanto invocata dai Comuni, ha reso quanto mai urgente l’individuazione delle forme più rapide possibile di alleggerimento degli oneri per gli enti locali. È in gioco l’equilibrio di bilancio di tutti i Comuni che, appunto proprio come qualsiasi azienda, sono costretti ad affrontare un imprevisto stop’”.
L’operazione di Cassa Depositi e Prestiti (qui il comunicato) rappresenta dunque un inedito. “Una iniziativa spontanea e senza costi per lo Stato – osservano Decaro e de Pascale – mai assunta prima in forma così ampia e generalizzata. È un contributo importante, al quale devono affiancarsi necessariamente altri strumenti. Se salta il bilancio dei Comuni si fermano i servizi – dal trasporto pubblico alla pulizia delle strade alla raccolta dei rifiuti – che tengono in piedi le nostre comunità, anche in un momento così drammatico”.