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Il dg Annapaola Voto alla “Parthenope women’s week” di Napoli e a un incontro del Centro per l’impiego a Mercato San Severino. Lunedì un webinar sulla tossicità degli ambienti di lavoro

L’8 marzo è una giornata utile per aggiornare, ogni anno, un bilancio necessario: la società dei diritti non è più inaccessibile alle donne, così come la loro partecipazione sociale, professionale, istituzionale. Eppure, nonostante le tendenze a lungo termine mostrino alcuni cambiamenti positivi, permangono divari significativi, soprattutto tra le generazioni più giovani. È il mondo del lavoro che continua ad essere un terreno di diseguaglianza e precarietà. Le donne sono spesso relegate in settori meno retribuiti e con minori possibilità di carriera, fenomeno noto come segregazione orizzontale e verticale, che impedisce alle lavoratrici di raggiungere posizioni di vertice e di ottenere stipendi adeguati.

Proprio recentemente la Fondazione IFEL Campania ha condotto uno studio di prossima pubblicazione dal titolo “Il mercato del lavoro alla prova del gender gap, le rinunce delle donne innanzi al dovere di cura” con cui sono stati rilevati,  per il quadriennio 2021-2024, i dati nazionali e regionali relativi alla condizione, ancora piuttosto critica, che le donne sono costrette a vivere nel dover conciliare la vita professionale con le esigenze di cura della famiglia, in particolare di bambini e persone non autosufficienti.

Ne ha parlato il direttore generale di IFEL Campania, Annapaola Voto, che ha partecipato, alla vigilia della giornata internazionale della donna, a un duplice incontro, su due temi strettamente connessi. A Mercato San Severino ha portato un contributo specifico sulle possibilità offerte dalle risorse della programmazione europea 2021/2027 alla folta platea invitata dal Centro per l’Impiego e dal Comune di Mercato San Severino su “Autoimprenditorialità e opportunità lavorative”. «Il Fondo sociale europeo, il Fesr, le misure del Pnrr, le facilitazioni della Zes– ha detto il direttore – mettono a disposizione risorse importanti incentivando le aziende che adottano politiche inclusive, progetti di mentoring, progetti di supporto per le madri che rientrano al lavoro dopo la maternità, per la formazione delle competenze, per il rafforzamento delle infrastrutture sociali. Sono solo alcuni esempi. Ma anche il legislatore, con le premialità previste dal codice degli appalti in relazione alle misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere, ha dato un contributo importante alle politiche di gestione delle differenze e alla tutela della maternità. Allora perché oggi ci troviamo ancora davanti a dati che ci dicono che nel Mezzogiorno si registra un differenziale tra il tasso di occupazione delle madri e quello dei padri di quasi 40 punti percentuali,10 in più della media nazionale? E’ importante – ha sottolineato Voto – tener presente quello che ha indicato la Corte dei Conti europea a chiusura del ciclo di programmazione 2014/2020 e cioè che “Integrare la dimensione di genere” significa promuovere attivamente la parità tra uomo e donna in tutte le fasi e in tutti i settori dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche”.

Ma c’è un altro aspetto che incide fortemente sulle nuove sfide del mercato del lavoro femminile. Un moderno concetto di prevenzione non può prescindere dalla dimensione del benessere psicofisico della persona all’interno del proprio ambiente di lavoro.

Il che ha a che fare, innanzitutto, con la possibilità concreta di conciliare impegni familiari e professionali, con un salto culturale che segna il passaggio da un atteggiamento di protezione paternalistica verso la donna lavoratrice e limitato soprattutto al periodo della maternità ad una concezione nuova, non più neutrale rispetto alle differenze di genere ma inclusiva delle stesse, a cui sicuramente la massiccia femminilizzazione del mondo del lavoro italiano ha dato un contributo notevole.

Sul tema il direttore di IFEL Campania si è confrontata partecipando alla giornata organizzata a Napoli dalla Università Partenope, nell’ambito della “Parthenope women’s week”, dal significativo titolo: “L’8 marzo non è una festa – Comportamenti tossici negli ambienti di lavoro, non solo una questione di genere”, alla quale hanno preso parte, oltre al rettore Antonio Garofalo, la presidente del Tribunale di Napoli, Elisabetta Garzo, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, la consigliera di parità della Regione Campania, Domenica Lomazzo, il consigliere dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Napoli, Francesco Capaccio, e numerosi docenti dell’accademia napoletana.

«Preoccuparsi del benessere aziendale nella Fondazione IFEL Campania, dove oltre il 50 per cento delle consulenti è donna, è per me una priorità – ha detto Voto – per questo plaudo convintamente a iniziative come quella di oggi, e vi invito a fare rete e ad aprire un tavolo di condivisione sull’argomento. Non a caso, ciclicamente somministriamo un survey interno alla nostra fondazione per avere un quadro sempre aggiornato sui rischi emergenti in ottica di genere. Inoltre, come IFEL, puntiamo molto sulla formazione e la ricerca, e soprattutto sul nostro ruolo di consulenti sui fondi europei della Regione, che rappresentano la nostra mission. Abbiamo quindi l’opportunità di utilizzare questi fondi per creare un mercato del lavoro più inclusivo, che valorizzi il contributo delle donne e garantisca condizioni sostenibili per tutti: in particolare, l’accordo di coesione 2021-27, prevede sul tema 40 milioni del Fondo sociale europeo (FSE+) e altri 20 del Fondo di sviluppo regionale, il FESR, sulle infrastrutture per il welfare aziendale. E molto importanti per ottenere risultati concreti sul tema sono, a mio avviso, anche la recente obbligatorietà dei bilanci di sostenibilità, che verrà estesa progressivamente a quasi tutti gli enti e le imprese, e – ha ribadito anche a Napoli – la riforma del codice degli appalti».

Proprio ieri (6 marzo) a Napoli, l’Istituto Italiano degli Studi Filosofici ha ospitato una delle menti più brillanti e propositive della scena internazionale in tema di parità di genere, l’intellettuale statunitense Nancy Fraser, che da diversi anni sensibilizza l’opinione pubblica sulla questione del gender gap che evidenzia le poche posizioni privilegiate raggiunte dalle donne, che sono però solo quelle che partono già da un determinato status economico e socioculturale. «Vorrei quindi ricordare quello che ha detto – ha concluso Voto – e che deve rappresentare per noi un monito fondamentale: “Non può bastarci che poche elette rompano il soffitto di cristallo e la maggioranza delle donne raccolgano i frammenti di vetro».

E proprio sulla tossicità degli ambienti di lavoro la Fondazione IFEL Campania ha organizzato, per lunedì 10 marzo, un webinar per la somministrazione di un nuovo questionario a tutte le consulenti e un’analisi di quello già effettuato a novembre scorso. Parteciperanno, oltre al direttore Voto, la professoressa Stefania Leone, docente di sociologia all’Università di Salerno, e la psicologa e psicoterapeuta Adelina Galdo.