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I risultati di una ricerca promossa da Ifel Campania in collaborazione con l’Università Orientale di Napoli

Nell’attuale scenario economico globale, la sostenibilità rappresenta una priorità ineludibile per le imprese e gli enti pubblici. Ciò è vero soprattutto ora che in Europa è stata introdotta la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), normativa che ha segnato un punto di svolta significativo nel panorama della rendicontazione aziendale, e che ha introdotto l’obbligo del bilancio di sostenibilità, ossia di un nuovo tipo di report non finanziario, più ampio e dettagliato del precedente, con l’obiettivo di fornire agli stakeholder, e ai cittadini in generale, dati affidabili e comparabili sulle performance economiche, sociali e di governance delle imprese.

La nuova direttiva estende progressivamente dal 2024 al 2028 questo nuovo tipo di rendicontazione agli enti di interesse pubblico come banche e assicurazioni, alle grandi imprese, alle piccole e medie imprese quotate (con esclusione delle microimprese), fino a quelle estere che generano un determinato fatturato in Europa.

In questo nuovo quadro, dunque, assumono rilevanza sempre più strategica la gestione responsabile dei rifiuti e l’incentivazione di comportamenti cosiddetti “circolari” delle imprese. In particolare, nel settore specifico del tessile, bisogna incentivare sempre di più la pratica del “second hand”, che offre numerosi vantaggi e implicazioni positive. Nell’ambito delle previsioni statutarie di IFEL Campania, è stata dunque promossa con l’Università Orientale una ricerca per aiutare la consapevolezza sull’utilità della riduzione dell’accumulo dei rifiuti tessili, considerato che è uno dei settori produttivi più inquinanti. Un lavoro i cui risultati sono stati presentati oggi dopo mesi di lavoro in cui il team coordinato dal prof. Alberto Manco ha mappato aziende e botteghe locali impegnate nella compravendita di abiti di seconda mano, ha effettuato uno screening su base campionaria dei Comuni della Campania in materia di servizi ambientali sul riciclo del second hand, ha svolto attività laboratoriali con le scuole (liceo classico Sannazzaro e Istituto Superiore Galiani – Da Vinci di Napoli), prodotto materiale promozionale.

“La nuova normativa che prevede l’obbligo del bilancio di sostenibilità – ha detto il dg di Ifel Campania, Annapaola Voto – è un’occasione importante per promuovere nuovi studi e ricerche da parte dell’università sul tema, e rappresenta una nuova frontiera dell’occupazione, offrendo ai giovani la possibilità di specializzarsi nella figura di un manager della sostenibilità molto più completa e necessaria alle aziende per redigere il bilancio sui tre livelli previsti, ossia quelli economico, sociale e della governance. Così come gli enti locali possono svolgere un ruolo fondamentale nell’educazione dei cittadini ai comportamenti consapevoli e responsabili mediante campagne informative per sensibilizzare la popolazione sui benefici dell’economia circolare e sugli effetti negativi del consumo sfrenato di abbigliamento. La Regione può offrire corsi e programmi di informazione e formazione per chi vuole entrare nel mercato del riciclo o della moda sostenibile. Lo scopo di questa ricerca – ha aggiunto – è quello di far aumentare il numero di cittadini più consapevoli e attivi nel processo di transizione ecologica.  Allinearsi all’ Agenda 2030 significa anche supportare l’informazione e la comunicazione anche istituzionale, sugli obiettivi di sostenibilità. L’utilizzo di contenuti, tecniche e canali di comunicazione giusti, la progettazione e gestione campagne informative efficaci con una narrativa coinvolgente è un elemento di fondo del successo di implementazione di questi nuovi paradigmi e quindi per questo motivo che è molto prezioso l’aiuto del Dipartimento Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Orientale”.

L’appuntamento, svoltosi nella Sala degli Specchi di palazzo Corigliano a Napoli, sul tema specifico –  “Valorizzazione del second hand nella comunicazione istituzionale della Pubblica amministrazione campana” – ha visto la partecipazione, oltre che del prof. Manco, di Michele Bernardini, professore ordinario dell’Università Orientale (Il valore dell’abbigliamento nel contesto medio-orientale), di Maurizio Pacelli, dirigente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (I controlli doganali e i beni usati), di Sara Fontana di Legambiente campana (Il second hand nel territorio campano), della psicologa Adelina Galdo (Abbigliamento e costruzioni identitarie), del prof. Francesco Parisi del liceo Sannazzaro di Napoli (Testimonianze sugli incontri con il  gruppo di lavoro del second hand) e del direttore generale di Ifel Campania, Annapaola Voto, alla quale sono state affidate le conclusioni.

Sono in corso di definizione ulteriori eventi di sensibilizzazione, compreso un momento specifico per gli studenti delle scuole superiori coinvolte, durante il quale potranno presentare le loro idee per la creazione di una campagna di comunicazione da proporre alle pubbliche amministrazioni locali della Campania.